venerdì 19 febbraio 2010



Angelo nero

- Ieri mi è morto un bimbo di sei mesi tra le braccia…
Mi giro verso la ragazza sconosciuta affianco a me. Stiamo entrambe fumando appoggiate ad un parapetto di cemento.
-Si, sai, così piccolo non mi era mai capitato.
- Ma, com'è successo?
-Stava giocando con il padre, all'improvviso ha cominciato a vomitare, è diventato bianco e si è fermato il cuore.
Il fumo delle sigarette fa degli strani disegni nell'aria tersa del mattino.
- Ma stava già male?
- Aveva avuto un intervento al cuore appena nato, ma era andato tutto bene dopo.
- Uno si augura di non vivere mai queste cose!
Mi vergogno subito dell’ orrendo luogo comune.
- Quando ti succedono queste cose, te le porti dentro per un bel po', finché respiri, credo.
- Ma sei un medico?
- No un'infermiera, lavoro a Tor Vergata, reparto Terapia Intensiva
- Ah, capisco, ne vedrai di tutte i colori?!
- Già, ma non questa.
Dovrei tagliarmela questa lingua!
- Scusami lo sfogo, è stata una nottataccia, ma tu che ci fai qui sopra alle cinque del mattino?
- Sono insonne, per non mettermi a guardare la tele, o a stirare, vengo quassù e ammiro il panorama.
- E tu?
- Ho fatto la notte, stavo rientrando a casa, abito al terzo piano.
- Io all'ultimo e non ci siamo mai incontrate!
- Hai una bella vista anche da lì?
Per la prima volta mi sorride.
- Si, ma da casa non è la stessa cosa e poi rischio di svegliare i bambini!
- Sei sposata, hai figli?
Comincio a sentire un po' di freddo.
- Si…il bambino morto stanotte era mio figlio.-
Il freddo è totale.
- Io scendo un attimo a prendere un plaid...
- Va bene.
M'incammino verso la porta del lucernaio poi mi volto.
-Ne vuoi uno pure te?
Guardo attorno, sparita. Fisso la balaustra di cemento.
-Senti molto freddo anche tu…

Nessun commento:

Posta un commento